L’Aquila mostra ancora molte ferite del terremoto di 15 anni fa e il lavoro di ricostruzione sarà ancora lungo, ma la caparbietà della popolazione, unita al grande impegno dei professionisti, soprattutto ingegneri, permetteranno alla regione di rinascere, ambendo a un futuro innovativo e florido”. Così si è espressa la presidente dell’Ordine degli ingegneri di Brescia, Laura Boldi che, insieme ai colleghi presidenti di tutta Italia, è stata nei giorni scorsi a L’Aquila, per un sopralluogo sui cantieri della ricostruzione post terremoto, in occasione del quindicesimo anniversario dal sisma che distrusse la città. L’iniziativa è stata organizzata da Consiglio nazionale degli ingegneri d’Italia con l’Ordine della provincia de L’Aquila.
Boldi, insieme ad alcuni colleghi, ha effettuato una visita tecnica nel centro storico dell’Aquila, per visionare i maggiori monumenti e i cantieri della ricostruzione, accompagnata da guide professioniste e dalla Soprintendenza, e poi partecipato a un convegno in cui è stato analizzato il “modello L’Aquila” tra emergenza, ricostruzione e sviluppo. “Mi ha impressionato la presenza ancora di moltissime gru nel centro de L’Aquila, ma ci sono anche tanti edifici recuperati – commenta la presidente Boldi –, ci sono cantieri avviati e purtroppo abbandonati per mancanza di fondi utili a concludere i lavori, mentre il duomo e la piazza sono in via di completamento. Il recupero degli edifici visitati è stato fatto con maestria, si evince la presenza di artigiani e professionisti di alto livello: non si sta facendo solo ricostruzione, ma una vera e propria rigenerazione”.
I presidenti degli ordini italiani si sono soffermati in particolare sugli edifici pubblici più significativi, tra cui il palazzo della Regione, danneggiato dalle scosse e completamente sistemato e messo in sicurezza dal punto di vista strutturale attraverso la tecnica degli isolatori sismici, che hanno visto una sorta di “taglio” alla base, il sollevamento della struttura sovrastante per l’inserimento di dispositivi, gli isolatori sismici, che permettono all’immobile di essere maggiormente flessibile e sopportare eventuali scosse. “Abbiamo avuto l’occasione di confrontarci sia con la parte politica sia con i tecnici – continua Boldi –, alla presenza del dirigente della ricostruzione dal 2009 al 2012, ora assessore regionale e responsabile della ricostruzione. Abbiamo saputo che un team di professionisti giapponesi è stato a lungo a L’Aquila per studiare il modello di protezione civile del posto. Mi ha colpito lo stato ancora problematico della città, abbiamo potuto toccare con mano le difficoltà di una ricostruzione così complessa, in una terra altrettanto complessa. È stata utile sia la visita, sia il confronto, perché anche nel Bresciano ci sono diverse situazioni complicate e da sistemare dal punto di vista della sicurezza sismica, visto anche il fatto che una parte del nostro territorio è inserita in zona due. A breve organizzeremo in sede una serie di incontri e corsi proprio su questi temi”.
Boldi è tornata a Brescia con un omaggio, la nuova pubblicazione che celebra la struttura progettata da Renzo Piano subito dopo il sisma e realizzata in soli sei mesi.